Cessione del quinto in caso di morte: cosa accade? Quali sono le ripercussioni sul finanziamento? Ecco una guida che ti illustra i passaggi che riguardano il prestito in atto nel momento in cui avviene il triste evento.

Purtroppo può capitare anche questo: un decesso con cessione del quinto in corso.

Chiaramente in queste circostanze i pensieri vanno altrove ma bisogna pur valutare gli aspetti pratici. Se non altro per il rispetto della memoria del defunto. Allora, come funziona la cessione del quinto in caso di morte?

A pagare il debito residuo è l’assicurazione ma solo se la causa di decesso sia una di quelle indicate dalla polizza.

Andiamo con ordine.

Devi sapere che la cessione del quinto è un tipo di prestito che viene garantito da una polizza assicurativa per effetto della quale le parti sono tutelate in caso di morte del debitore (o anche se il soggetto in questione perde il lavoro).

Qui trovi tutti i punti per approfondire l’argomento della cessione del quinto in caso di decesso.

Obbligo di assicurazione per la cessione del quinto

La cessione del quinto – sia dello stipendio che della pensione – è coperta da un’assicurazione sulla vita.

Sempre e comunque.

La sottoscrizione di una polizza ad hoc è obbligatoria per legge.

Si parla di rischio vita per indicare l’eventualità che il debitore muoia prima della data prevista per la fine del contratto di finanziamento. La polizza sulla vita, oltre a essere obbligatoria per la cessione del quinto, è un contratto:

  • A premio unico iniziale.
  • A capitale decrescente. 

Questo vuol dire che il premio deve essere versato nella sua totalità quando si stipula il contratto di finanziamento. Nel tempo il capitale riconosciuto al beneficiario si riduce. Ma cosa succede ai parenti del defunto?

Cessione del quinto in caso di morte: gli eredi

Chi paga il debito residuo in caso di decesso? Gli eredi del debitore non hanno niente da temere.

La banca o l’istituto di credito non si può rivalere nei loro confronti ai fini del recupero del debito residuo.

Ma non è sempre così.

Nel contratto possono essere previste delle cause di esclusione. Se il decesso del debitore è riconducibile a una di queste cause, non si può ritenere valida la copertura assicurativa, e la banca creditrice dovrà essere rimborsata dagli eredi.

Quali sono le più comuni cause di esclusione

La morte del debitore dovuta a un comportamento doloso è una delle cause di esclusione più comuni, e lo stesso dicasi per il suicidio del contraente, se questo si verifica nei 24 mesi successivi alla data in cui la polizza è stata sottoscritta. 

Viene considerata una causa di esclusione dall’assicurazione anche la morte dovuta a condizioni di salute gravi che sono già segnalate in fase di sottoscrizione del contratto. In ogni caso tutto è già chiaro prima della firma,.

Le compagnie assicurative chiedono un’autocertificazione al debitore, in cui devono essere specificati:

  • Dati anagrafici.
  • Stato di salute.

Qualora l’autocertificazione faccia emergere una patologia grave o altri elementi di rischio clinico, è facoltà della compagnia assicurativa escludere specifiche cause di morte dai casi che la polizza copre.

A che cosa serve la polizza rischio vita

La compagnia garantisce il rimborso del debito residuo in caso di decesso del contraente. Ovvero la persona che ha il debito. Sono tre i soggetti coinvolti in un contratto di cessione del quinto – sia che riguardi una pensione o uno stipendio:

  1. La società finanziaria o la banca che mettono a disposizione il finanziamento.
  2. Il debitore, che corrisponde al soggetto che richiede il prestito.
  3. La compagnia assicurativa, che assume l’impegno di rimborsare il debito residuo.

Il costo della polizza assicurativa si fa via via più alto a mano a mano che l’età del richiedente aumenta, dal momento che crescono le probabilità che il soggetto possa morire mentre il periodo di rimborso non è ancora scaduto.

Dato che l’aspettativa di vita delle donne è maggiore rispetto a quella degli uomini, la polizza risulta meno casa se viene sottoscritta da una donna a parità delle condizioni. Il costo cresce con l’aumentare della durata prevista per il rimborso.

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