Cessione del quinto e licenziamento: cosa c’è da sapere e quali sono i morivi che potrebbero portarti a riflettere sulla possibilità di portare avanti questo finanziamento? Devo per forza chiudere la cessione?

Con la cessione del quinto, che è una forma di prestito garantito, il rimborso delle rate viene prelevato dallo stipendio.

Ciò vuol dire che non si deve pagare di persona.

Infatti è il datore di lavoro a provvedere, detraendo l’importo della rata dalla busta paga. Tutto molto comodo e intuitivo. Anzi, anche i cattivi pagatori iscritti al CRIF possono avere la cessione del quinto dello stipendio. Che è necessario.

Ma che cosa accade nel caso in cui il dipendente venga licenziato e perda il lavoro?

L’importanza del trattamento di fine rapporto

Con un licenziamento, termina il rapporto di lavoro.

Questo vuol dire che il datore di lavoro non ha più alcun obbligo verso la finanziaria. Questa, a sua volta, ha il diritto di rifarsi sul trattamento di fine rapporto che è stato accumulato fino a quel momento dal lavoratore. 

Il trattamento di fine rapporto è l’importo corrisposto nel momento in cui il rapporto di lavoro si conclude.

Ecco perché una delle condizioni per ottenere la cessione del quinto è la possibilità di poter accedere a un TFR/TFS adeguato. Ma c’è anche da aggiungere che cessione del quinto e licenziamento hanno sviluppi differenti.

Cessione del quinto e licenziamento: due casi

Al momento del licenziamento si possono verificare due casi: il TFR è più basso o più alto rispetto al debito residuo. Nella prima eventualità si continua a essere in debito con la banca, e la parte eccedente deve essere estinta con un bonifico.

Nella seconda eventualità, invece?

Il TFR viene versato dal datore di lavoro alla banca per coprire il debito, e ciò che rimane spetta al lavoratore. Il TFR, infatti, in caso di cessione del quinto è vincolato o bloccato, proprio perché rappresenta una garanzia per la finanziaria.

Insomma, il trattamento di fine rapporto svolge un ruolo di fondamentale importanza. Perché permette al lavoratore di affrontare il prestito della cessione in modo più sereno. Ma ci sono altri aspetti da valutare con attenzione.

Le cause del licenziamento sono decisive

Chi paga in caso di licenziamento del lavoratore?

La risposta è variabile, in quanto bisogna prendere in considerazione la causa per il quale il licenziamento è avvenuto.

Licenziamento per fallimento aziendale

Se il licenziamento è determinato dal fallimento dell’azienda, è evidente che il lavoratore non ha colpe.

Non può essere considerato il diretto responsabile della perdita del posto di lavoro.

Ed è questo il motivo per il quale spetta alla società assicurativa, con cui viene stipulata una polizza rischio impiego contestualmente alla sottoscrizione della cessione del quinto, a  saldare le rate residue (qualora il TFR non sia sufficiente).

La compagnia assicurativa deve pagare il debito del lavoratore quando viene licenziato senza giusta causa.

Licenziamento per giusta causa

Diverso è il discorso se il licenziamento del lavoratore è per giusta causa.

In questa circostanza la compagnia assicurativa può decidere di non pagare il debito alla banca che ha fornito il prestito. Viene a formarsi una insolvenza del lavoratore e si ha a che fare con una sofferenza bancaria.

Che cosa succede se il lavoratore trova un nuovo impiego

Può capitare che il lavoratore beneficiario del prestito trovi un nuovo impiego. In questo caso, può contattare la finanziaria e chiedere che il debito venga estinto con la prosecuzione della cessione del quinto con la nuova azienda.

La banca, in questi casi, può sempre considerare il nuovo datore di lavoro non affidabile.

Quindi, la cessione del quinto non può essere concessa.

E se la banca accetta il nuovo contratto?

Qualora la banca dovesse accettare, d’altro canto, il posto del datore di lavoro originario verrebbe preso dalla nuova azienda. Non è detto, comunque, che il piano di rientro e la rata debbano essere gli stessi.

Per esempio, si può modificare l’importo della rata, anche perché il nuovo stipendio potrebbe essere diverso da quello precedente, e quindi potrebbe cambiare il limite del 20% relativo all’ammontare massimo della rata.

Chiedi informazioni su cessione del quinto e licenziamento

Vuoi avere informazioni più dettagliate? Contatta un nostro esperto e otterrai tutti i chiarimenti di cui hai bisogno!

Richiedi Consulenza o Preventivo