Può capitare: TFR rifiutato. L’anticipo di fine rapporto (in alcuni casi TFS, trattamento di fine servizio) è una buona forma di finanziamento per ottenere liquidità extra e risolvere problemi o coronare dei sogni. Ma cosa accade se l’azienda rifiuta questo passaggio?
Il TFR, trattamento di fine rapporto, è un diritto di ogni lavoratore dipendente.
In sintesi, è una somma che spetta a ogni persona che ha un contratto di lavoro a tempo determinato o indeterminato. Viene maturata nel tempo e consegnata alla fine del percorso.
Il calcolo è semplice: retribuzione lorda annua diviso 13,5 meno lo 0,5 di contribuzione INPS.
Questo tesoretto in passato era considerata un’indennità di licenziamento, poi è diventata di anzianità. L’importo viene calcolato dopo 6 mesi di attività e indicato nella busta paga.
Ma si può chiedere un anticipo o c’è il rischio che l’azienda rifiuti la domanda?
Ecco qualche approfondimento:
- C’è obbligo di anticipo del TFR?
- Quando la richiesta non può essere fatta
- Quando l’azienda può rifiutare la richiesta
L’anticipo del TFR è un diritto normativo
In primo luogo sappiamo che il TFR è un diritto universale, riconosciuto dall’articolo 2120 del Codice Civile. La sintesi: in ogni caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato si ha il TFR.
E l’anticipo? Sempre l’articolo 2120 del Codice Civile regola il passaggio, ricordando che questa possibilità è un diritto inviolabile del lavoratore dipendente. Quindi siamo con le spalle coperte.
Ma non sempre. Ci sono dei casi specifici.
I casi di anticipo non possibile per legge
Spesso l’anticipo del TFR rifiutato riguarda non l’azienda ma la norma.
Questo passaggio è finalizzato a spese precise. Detto in altre parole, non puoi chiedere un anticipo del TFR per acquistare una macchina nuova o fare un viaggio. Puoi usare questa somma per:
- Spese sanitarie straordinarie in strutture pubbliche.
- Acquisto della prima casa di abitazione per sé o per i figli.
- Ristrutturazione straordinaria della casa di proprietà
- Congedi per astensione facoltativa di maternità e formazione.
Inoltre l’anticipo non può superare il 70% della somma maturata e può essere chiesto una sola volta, ma esclusivamente dopo aver trascorso 8 anni continui come dipendente dell’azienda.
Basta questo per avere il TFR in anticipo? Non proprio.
L’azienda può rifiutarsi di dare un anticipo del TFR?
In alcune occasioni sì. Anche in questo caso è l’articolo del Codice Civile a dare i termini per capire se è possibile o meno ottenere un anticipo del TFR in ogni caso, anche forzando l’azienda:
“Le richieste sono soddisfatte annualmente entro i limiti del 10 per cento degli aventi titolo, di cui al precedente comma, e comunque del 4 per cento del numero totale dei dipendenti”.
Questo significa che esiste un limite oggettivo alle richieste di anticipo del TFR in determinate aziende che hanno già ricevuto un certo numero di domande. Questo limite suggerisce che l’anticipo si può richiedere solo in imprese con più di 25 dipendenti dato che il 4% corrisponde a 1.
Quindi ci sono condizioni in cui non puoi chiedere l’anticipo.
E le aziende possono rifiutare la richiesta.
Come ottenere quella somma tanto ambita?
Se non puoi ottenere l’anticipo del TFR ma hai un contratto a tempo indeterminato puoi puntare su una soluzione differente: la cessione del quinto dello stipendio. Vantaggi di questa soluzione?
È comoda, facile da gestire, adatta anche a chi ha subito segnalazioni al CRIF.
Vuoi maggiori informazioni? Siamo a tua disposizione, come sempre.