Cos’è il TFR, a cosa serve e quando arriva? Queste sono le domande tipiche che riguardano il trattamento di fine rapporto? Vale a dire una delle risorse utili per ottenere liquidità extra. Ma è sempre disponibile per qualsiasi scopo? Qui trovi tutto quello che serve per affrontare l’argomento con precisione.
Iniziamo dalle definizioni.
Con la sigla TFR si fa riferimento al trattamento di fine rapporto.
Ovvero?
Per molti il TFR è una risorsa fondamentale per ottenere liquidità extra. Ma questo è un punto da verificare, non sempre è possibile avere un anticipo del TFR maturato. Soprattutto non lo puoi usare per qualsiasi scopo. Cosa sapere in più?
Ecco gli argomenti da approfondire:
- Definizione di TFR, una definizione chiara
- La tassazione del trattamento di fine rapporto
- Quando spetta il trattamento di fine rapporto?
Cos’è il trattamento di fine rapporto (TFR)
Il TFR è l’importo che un dipendente matura nel corso dell’intero rapporto di lavoro, nel settore privato e nel pubblico.
Questo a prescindere dal fatto che il contratto sia a tempo indeterminato o determinato. Il TFR viene pagato al termine del rapporto di lavoro. È la liquidazione che spetta secondo l’art. 2120 Codice Civile, come modificato della L. 297/1982:
“Il TFR si calcola sommando per ciascun anno di servizio una quota pari, e comunque non superiore, all’importo della retribuzione dovuta per l’anno stesso divisa per 13,5”
Questa è la formula per calcolare il TFR. Per scoprire la somma maturata devi accedere alla tua area persoinale sul sito INPS. Così puoi verificare lo storico di tutte le tue informazioni, incluso il TFR che ti spetta al termine del contratto.
Tassazione del trattamento di fine rapporto
La tassazione IRPEF ordinaria non si applica al TFR, per il quale invece è prevista un’aliquota media.
Aliquota che si calcola tenendo come riferimento i valori IRPEF in vigore negli anni precedenti rispetto a quello in cui la liquidazione viene erogata. Si tratta di un modo per tutelare il lavoratore dipendente ed evitare tassazioni svantaggiose.
Quando spetta il trattamento di fine rapporto?
L’importo accantonato con il passare del tempo rimane nelle casse aziendali.
Il versamento avviene alla fine del rapporto lavorativo in unica rata se il totale lordo è pari o inferiore a 50.000 euro.
Oppure in due rate annuali se rientriamo tra 50.000 e 100.000 euro.
C’è un’altra opzione?
In tre rate annuali, ma solo se l’ammontare lordo è superiore a 100.000 euro.
Cosa succede se l’azienda non può pagare il TFR?
Niente paura, c’è chi ti tutela.
Nel caso in cui l’azienda si dimostri insolvente, al posto del datore di lavoro il pagamento del TFR sarà effettuato grazie al Fondo di Garanzia per il Trattamento di Fine Rapporto. Questo istituto a tutela del lavoratore è regolato dalla legge 297.
Posso anticipare il trattamento di fine rapporto?
Certo.
Hai la possibilità di richiedere un anticipo del trattamento di fine rapporto maturato. Ma ci sono delle condizioni:
- Devi avere almeno 8 anni di servizio alle spalle.
- Puoi chiedere massimo il 70% del TFR.
- Devi giustificare l’uso del contante.
Il TFR non è come la cessione del quinto, non è un prestito non finalizzato. L’anticipo deve servire per l’acquisto della prima casa (per sé o per i figli) o per coprire le spese sanitarie che devono essere sostenute per interventi o per terapie.
Inoltre, quando non spetta l’anticipo del TFR?
Ci sono alcune clausole che è opportuno conoscere: le richieste di anticipazione possono essere concesse a non più del 10% degli aventi titolo nel corso di un anno, non oltre il 4% del totale dei dipendenti. Quindi l’azienda può rifiutare il TFR.
Questi vincoli rovinano i tuoi piani?
Niente paura, se hai bisogno di liquidità extra e hai uno stipendio fisso puoi chiedere una cessione del quinto.
Come? Ti aiutiamo noi a scegliere la soluzione migliore.